mercoledì 16 novembre 2011

SIMBOLISMO DEI COLORI

L’applicazione dei colori nell’icona segue un linguaggio simbolico, sancito dai Padri della Chiesa che hanno ricondotto la mistica teologica ad una dimensione materiale e comprensibile traducendola in grafica.
L’arcobaleno con la sua scala cromatica è la base del simbolismo dell’icona, infatti nella Genesi viene citato come segno di alleanza e ponte unificatore tra Dio e l’uomo. (genesi 10.13)
Si tratta di sette colori posizionati verticalmente a formare una scala: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro,blù, viola. Simbolicamente questi divengono gli scalini iniziatici della crescita spirituale verso la luce del creatore, il bianco (l’insieme e la matrice di ogni colore ).
La teologia iconografica spiega che Dio separa nell’arcobaleno i sette colori componenti la luce bianca perché sia visibile all’uomo, in parole povere Dio scompone la sua luce (sapienza) in parti in modo che gli uomini passo dopo passo possano arrivare alla conoscenza e ad essere essi stessi deificati.
Così che i primi tre colori: rosso, arancio e giallo simboleggiano la natura materiale dell’uomo; gli ultimi tre : azzurro, blu e viola simboleggiano la natura divina; il colore che unisce questi due gruppi è il verde in quanto composto di giallo e blu, esso esprime l’unione dell’umano e del divino e rappresenta l’uomo deificato, in altre parole il Cristo: l’esempio di perfezione che viene seguito nel cristianesimo.
La scala cromatica quindi si traduce in scala spirituale:
BIANCO, fonte di tutti i colori = DIO nella completezza della sua TRINITA’.
VIOLA = DIO PADRE
BLU = VERBO (figlio)
AZZURRO = SPIRTO SANTO
VERDE = NUOVO ADAMO ( Cristo)
GIALLO = SPIRITO, NOUS UMANO
ARANCIO = ANIMA
ROSSO = MATERIA
NERO: assorbe tutti i colori = DENSITA’ DELL’EGO, ASSENZA DI LUCE, PECCATO.

Tutte le vie spirituali consistono di due movimenti: discesa e salita. Nel linguaggio simbolico dei colori il punto di incontro tra questi due movimenti è un campo verde di interazione creativa dove Dio scende ad incontrare l’uomo e l’uomo ascende.
Per questo nell’iconografia il mantello blu del Cristo Pantocrator (dominatore dell universo) ha una base verde scuro e luci gialle su cui si stende la velatura blu finale. Questo significa che Dio (blu) incontra l’uomo (giallo) attraverso il Cristo (verde).
l'arte dell'iconografia si fonda sulla mistica teologica della religione Cristiana ben prima che si verificasse lo scisma d'oriente ( che vede la divisione tra chiesa cattolica e chiesa ortodossa).
nei primi secoli dopo Cristo la raffigurazione di immagini sacre era vietata e considerata idolatria come ancora accade nella religione Ebraica. Non dimentichiamo, infatti, che i primi Cristiani erano Ebrei ed in quanto tali rifiutavano la raffigurazione del sacro; in seguito l'iconografia sacra si inserì, sebbene a fatica, nel mondo cristiano grazie al concilio di Nicea dove venne sancito il canone iconografico secondo cui è stabilito quali caratteristiche debbano avere le icone e perchè possano essere dipinte.

venerdì 4 novembre 2011


 questa è l'icona del drappo della Veronica: la tradizione cristiana racconta di come il viso del Cristo fosse rimasto impresso sul fazzoletto di una donna che presa da compassione asciugò il viso di Gesù durante la strada per il calvario.
è l'icona non dipinta da mano umana:  achiropita. icona divina sia nell'immagine che nella fattura.